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Illustriamo brevemente le principali caratteristiche di funzionamento dei sensori biometrici ad impronta digitale che negli ultimi mesi si stanno diffondendo in modo sempre più capillare per effettuare funzioni di attivazione e disattivazione di sistemi ed impianti di allarme, e di controllo accessi.

Il sistema biometrico più diffuso, è senza dubbio quello dell’impronta digitale, in quanto non particolarmente invasivo. Ma perché le impronte digitali sono così sicure? Perché le nostre dita hanno caratteristiche che le rendono uniche . Un altro vantaggio della biometria è che non c’è bisogno di memorizzare password o pin code, eliminando il pericolo di smarrimenti o acquisizioni da parte di malintenzionati. Quale soluzione migliore, quindi, per l’autenticazione delle proprie caratteristiche fisiche imperdibili e di difficile duplicazione? I tratti biometrici non possono essere dimenticati, passati a un altro individuo o rubati da altre persone. Per questo motivo il riconoscimento tramite impronta digitale è il sistema biometrico al momento più diffuso, anche perché gli scanner utilizzati sono piccoli e quindi più facilmente integrabili nei terminali di riconoscimento e in generale nelle strutture aziendali.

Ma come funziona il riconoscimento delle impronte digitali: occorre innanzi tutto che l’impronta sia acquisita e quindi conosciuta dal sistema .La funzione dello scanner è quella di generare un’immagine digitale dell’impronta, questa viene registrata e trasformata attraverso un algoritmo in una serie di linee vettoriali. Questo significa che nessuna impronta viene direttamente immagazzinata nella sua forma originale, ma solo una semplice serie di linee. Queste figure possono essere memorizzate nella Ram del terminale oppure in una chip card. Con l’algoritmo che viene applicato in fase di cattura dell’impronta biometrica, non è possibile riconvertire la mappa acquisita nell’impronta biologica e questo garantisce da duplicazioni non autorizzate. Attraverso il processo di riconoscimento, l’impronta del dito viene acquisita digitalmente e con la “mappa” memorizzata; questo processo viene definito “matching”. Per ragioni di sicurezza è sempre consigliato acquisire l’impronta di un secondo dito, così che possa essere letta una impronta valida anche in caso di infortunio. Tanto migliore è la qualità dell’impronta acquisita e più preciso e veloce sarà poi il riconoscimento e l’autenticazione effettuata dal terminale biometrico.

La stazione di riconoscimento biometrico è connessa con un personal computer o con una apposita centrale che esegue il software di riconoscimento e il database per la memorizzazione delle mappe .La prima acquisizione di impronta digitale viene effettuata attraverso la stazione di riconoscimento biometrico, il software la memorizza all’interno del data base. Questo processo avviene una sola volta; dopo di che tutti i dati vengono gestiti direttamente dal terminale. Dopo aver eseguito il riconoscimento della persona il terminale stesso si collega con il database presente all’interno del pc, per determinare i diritti di accesso dell’utente. Il terminale riconosce l’utente effettuando un confronto tra l’impronta ricevuta e quelle digitalizzate all’interno del proprio database. A questo punto ogni volta che una persona si presenta ad un varco di accesso dovrà posizionare il dito sullo scanner, permettendo o negando l’accesso e abilitando tutte le eventuali abilitazioni correlate. La tecnologia biometrica andrà a sostituire tutte quelle tipologie di controllo accessi che sfruttavano la tecnologia badge.