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Premesso che un interruttore differenziale può essere distinto in due macrocategorie, differenziale puro e magnetotermico differenziale e fatto salvo il concetto per cui possono anche essere distinti in base alla loro soglia di intervento, per cui possiamo avere interruttori differenziali ad alta o bassa sensibilità, possiamo comunque riassumere le peculiarità di questo dispositivo con la caratteristica comune di aprire un circuito nel momento in cui la differenza tra la corrente di ingresso e quella di uscita supera un certo valore dipendente dalle caratteristiche costruttive dell’apparecchio, detta appunto soglia di intervento differenziale.

Quanto premesso veniamo ad una ulteriore classificazione dei dispositivi, questa volta in base al tipo di andamento in tensione e corrente del segnale elettrico che sono in grado di rilevare tra ingresso ed uscita. Questa precisazione infatti si pone nel momento in cui ci si allontana dal funzionamento comune in cui, la sorgente in corrente è di tipo alternato sinusoidale a 50 Hz. Infatti, a seconda dell’uso e dei dispositivi collegati è necessaria la scelta di un interruttore differenziale che sia in grado si di rilevare “differenze”, ma relativamente a correnti che possono anche non essere necessariamente di tipo alternato sinusoidale a 50 Hz.

Nei progetti di impianto, tenendo conto del campo applicativo specifico, si distinguono gli interruttori differenziali sulla base delle tre sottocategorie principali che seguono:

1) Interruttori differenziali di tipo “AC” , se sono in grado di rilevare solo correnti differenziali verso terra sinusoidali.

2) Interruttori differenziali di tipo “A” , se sono in grado di rilevare anche correnti differenziali verso terra pulsanti unidirezionali.

3) Interruttori differenziali di tipo “B” , se sono in grado di rilevare anche correnti differenziali verso terra continue. (E’ il caso ad esempio di interruttori di protezione su campi fotovoltaici).

La scelta fra interruttori di classe AC , A , B va effettuata dal progettista dell’impianto elettrico in base alle correnti di dispersione che si prevedono per l’utenza da proteggere. Se il carico prevede la presenza di circuiti elettronici che fanno uso di raddrizzatori , chopper , inverter, la corrente di guasto può essere non sinusoidale ( o sinusoidale ad una frequenza diversa dai 50-60Hz per cui sono predisposti molti degli interruttori AC commerciali ) ed è bene ricorrere ad interruttori di classe A o , meglio ancora , di classe B.